una donna che diventa madre di un bimbo nato da un'altra donna è come acqua che evapora e si fa nube, volando in cielo per portare acqua ad un albero nel deserto

Aspettando te...

Aspettando te...
non sappiamo quale sarà la tua bandiera, una delle due, senza dubbio.... noi ti aspettiamo con eguale amore!

L'attesa è finita!!!!!

Lilypie Waiting to Adopt tickers

sabato 18 febbraio 2012

Il bambino che già c'è!

Ciao,
sono un bambino che aspetta una mamma che esiste. Da qualche parte del mondo so che esisti e mi stai cercando. Solo che passa il tempo e non capisco perché non arrivi nessuno per me.
So che la mia mamma sarà bella. Come sono belle le mamme per i propri figli. So che mi desidera da quando più o meno aveva la mia età. Da quando le suore del suo istituto le hanno mostrano le foto delle loro missioni e la incitavano a raccogliere offerte in un bussolotto per i bimbi poveri.
So che non sarà rimasta indifferente al loro sguardo.
So che oggi di anni ne ha pochi più di trenta. Quelli che deve avere se vuole adottare proprio me.
Sognava una famiglia numerosa, festosa e persino chiassosa. Fatta di colori di pelle diversi, ma fusi in un grande nucleo d’amore.
Perché sente che il cuore è troppo grande per contenere una sola persona. So che avrà provato tanto a colmare quel vuoto. Ad avere un bimbo proprio suo, immaginando in cosa potesse somigliare a lei o cosa al suo compagno. So che avrà pensato, ogni ovulazione, che potesse essere quella “giusta”. Che avrà consultato gli stick, quelli che si vedono in pubblicità con la faccina che ti sorride.
So che forse per qualche settimana avrà anche avuto una presenza dentro di sé. Avrà accarezzato la pancia come si fa con un sogno. E forse l’avra perduto. E come ferita di guerra l’ avrà portata dentro sé per tanto e troppo tempo. Forse avrà sperimentato l’inseminazione artificiale su suggerimento del dottore. Forse avrà richiesto mille permessi in ufficio per scappare a monitorare il ciclo e si sarà sentita mortificata nel sapere suo marito in un gelido ed asettico studio medico.
Forse avrà accumulato altre delusioni. Altri fallimenti. A tal punto da aver iniziato a dubitare di se, della forza di coppia. Avrà dovuto partecipare a feste di compleanno o battesimi di figli di amiche facendo finta di niente. Improvvisamente avrà notato tutte le pance attorno e i passeggini, i bimbi giocare al parco.
Poverina, la mia mamma, si sarà sentita come una specie di contenitore perfetto, ma senza il contenuto. La mia futura mamma avrà dovuto rispondere alle domande sempre più insistenti, incalzanti, inopportune. ”E voi, a quando un bel pupetto? Si vede che vi piacciono i bimbi! Non avete voglia di un bimbo per casa?”. Si sarà sentita una donna a metà isolata nel tempo dalle amiche e colleghe: “chi non ha figli certe cose non le capisce.”
Ma poi, ad un certo punto, mi avrà sentito. Da qualche parte ha sentito che io esisto. E non nella sua pancia, ma dentro il suo cuore.
Avrà guardato la sua bella casa, ampia, spaziosa, col giardino, e quella camera piena di scarpe alla moda e ha capito che vuole mettermi proprio lì e creare una cameretta con un lettino, pupazzetti e carta da parati. Che a me sembrerà una reggia. Visto che oggi condivido i miei spazi e non so ancora cosa voglia dire una cosa “tutta mia.”
Mi avrà cercato su internet e prenotato il primo corso disponibile presso il mio municipio in cui gli avranno spiegato cosa significa accogliermi. Avrà dovuto chiedere ai miei futuri nonni di dare il consenso perché le carte lo richiedono. E loro l’avranno data. Sanno che la mia mamma ha voglia di abbracciarmi quasi quanta ne ho io di poterne ricevere. Nel frattempo, mentre io abbraccio la notte il mio pelouche consolandomi, lei girerà vari uffici per scoprire che non serve un notaio, ma basta recarsi in una circoscrizione. E mentre io scruterò l’orizzonte in attesa di vedere le sue scarpe lucide venirmi incontro, avrà presentato la domanda.
So che non si scoraggerà se verrà spesso rimandato l’incontro in tribunale. Si sarà vestita carina agli incontri per dare una buona impressione. Se ci fossi stato io le avrei detto che è bellissima sempre. Anche al mattino. Se avessi potuto vederla. E andrà dai carabinieri, dagli psichiatri, dai medici per ricevere gli attestati di idoneità. E avrà ottenuto tutti ottimi risultati, perché io lo so che non c’è mamma migliore di colei che mi ama da lontano.
E anche se insinuano dubbi, perché forse pensano che dovresti fornire un certificato che nemmeno la famiglia del mulino bianco possiede, non cedere mamma.
Anche quando dovrà scegliermi. E si sentirà in colpa perché mi desidererà sano, nella maggiorparte dei casi. Perché forse non ha tempo né possibilità di curarmi. E non avere paura di chi ti giudicherà pensando che forse, per un suo figlio biologico l’avresti fatto. Come si può chiedere ad un sogno di essere anche imperfetto?
Io ti capirò mamma.
Chissà se sarò io quel bambino che si verrà a infilare sotto le coperte la notte. Perché se passano troppi anni io rischio di non poter più essere affidato a voi. Ma allora a chi?
Io non avrò gli stessi occhi di mamma, né il suo bellissimo sorriso. Ma so che mentre persone più impegnate di noi perderanno il tempo a compilare carte, noi allontaniamo la possibilità di guardare il mondo insieme, di amarci. Di colmare i vuoti che tanti bambini e tanti genitori hanno dentro.
Credo che rispetto a cosa sarebbe la mia vita senza una famiglia, tutto sia meglio. Che destino mi attenderebbe altrimenti?
Mamma e papà, vi aspetto e vi amo,

Il bambino che c’è già.

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